CAMAIORE. Dal 16 marzo al 6 aprile nei negozi del centro storico espone Stefano Morelli con la mostra di fotografia “Mater Dolosa” a cura di Claudia Papeschi e Ass.ne Angolo Giro
Fotografo professionista, nato a Viareggio nel 1979, è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana. Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Firenze con tesi fotografica sul campo in Antropologia culturale (L’educazione in Rwanda nel periodo del post-genocidio). I suoi lavori sono stati pubblicati dai principali quotidiani e riviste italiani ed è specializzato in reportage sociali. Attualmente collabora con ONG e la cattedra di Antropologia Visuale dell’Università di Firenze.
Il progetto proposto è un reportage realizzato da Morelli in Cambogia, su bambini che hanno subito violenze sessuali e sevizie. Da qui nasce il collegamento al titolo dato all’esposizione, Mater Dolorosa: perché uno dei dolori più grandi per una madre è veder soffrire il proprio figlio. Dolore che raggiunge la sua massima espressione nella madre che lo perde, che è poi ciò che accade alla Madonna Addolorata, uno dei principali simboli del gruppo della deposizione portato in processione. Morelli ha compiuto delle scelte tecniche, la stessa posa dei bambini, la stessa location e la censura degli occhi (la foto parte dal naso): qui secondo noi sta la sensibilità del fotografo che ha avuto a che fare con dei bambini, con dei bambini che hanno vissuto sulla loro pelle azioni disumane. Il dolore è quindi espresso, forse non in maniera immediata, dalle posizioni che i corpi assumono, dagli atteggiamenti di chiusura di alcuni e da movenze da adulti di altri (specialmente per le bambine), diverse reazioni alla crudeltà patita. La singola foto va guardata, non vista: sono i dettagli a parlare, non il colpo d’occhio.
